Basta un semplice metro da sarta per rilevare due importanti circonferenze, quella della vita e quella dei fianchi. Dal rapporto tra questi due valori si ricava un numero (WHR, Waist to Hip Ratio) che ci classifica come individui con deposizione del grasso di tipo ginoide (a pera) o androide (a mela). Così ad esempio una donna con una circonferenza vita di 70 cm e una circonferenza fianchi di 102 si classifica come ginoide, mentre una che abbia una circonferenza vita di 90 con una circonferenza fianchi di 100 è chiaramente un tipo “androide”. Sono invece androidi quei maschi in cui la circonferenza vita è pari a quella dei fianchi o addirittura superiore!
Ma perché ci prendiamo la briga di prendere queste misurazioni?
La disposizione androide (dal greco anèr-andròs, uomo) del grasso corporeo (condizione che definiamo anche obesità centrale o centripeta) è quella che maggiormente correla con l’insorgenza di malattie cronico degenerative (quali patologie cardiovascolari e diabete).
Per contro la disposizione ginoide (dal greco gynè, donna) interessa prevalentemente i fianchi e le cosce e può associarsi con deficit circolatori e problemi osteo-articolari a carico degli arti inferiori. In linea generale questa condizione predomina tra le donne (da cui il nome) mentre sono di più i maschi con disposizione del grasso corporeo di tipo androide. Responsabili di queste differenze sono gli ormoni sessuali.
Esiste inoltre una terza categoria che viene detta intermedia, più vicina sul piano clinico alla disposizione androide che non a quella ginoide. Se l’individuo “intermedio” continua ad ingrassare ha altissime probabilità di diventare francamente androide!
Rapporto vita-fianchi (distribuzione di valori valida per le donne) | |
< 0,78 | ginoide |
0,79-0,84 | intermedia |
> 0,85 | androide |
Rapporto vita-fianchi (distribuzione di valori valida per gli uomini) | |
< 0,94 | ginoide |
0,95-0,99 | intermedia |
> 1,0 | androide |
Vista la loro importanza è fondamentale che tutti sappiano misurare le circonferenze vita e fianchi. La prima si esegue stando in posizione eretta a piedi uniti, addome rilassato e braccia pendenti ai lati del tronco (noi nutrizionisti abbiamo un bel po’ di convenzioni, necessarie perché in questo modo le misurazione prese da uno sono confrontabili con quelle prese da un altro). Si comprende che in una siffatta posizione ci dobbiamo fare aiutare da qualcuno per rilevare la misurazione. Questo “qualcuno” dovrà porsi di fronte a noi posizionando il nastro metrico nella parte più stretta dell’addome, a livello della vita, alla fine di un’espirazione normale. Per la rilevazione della circonferenza fianchi dobbiamo porci di fianco rispetto alla persona che ci sta aiutando. Il metro va posto in corrispondenza della parte più prominente dei glutei facendolo aderire bene alla superficie cutanea senza comprimerla. Una volta rilevate queste due misurazioni non resta che farne il rapporto e riferirsi alle tabelle di cui sopra per capire se siamo mele o pere!
IMC, circonferenza vita e grasso viscerale
L’obesità sta diventando un problema sociale nel mondo intero tanto che da qualche tempo si sente parlare di globesity. L’accumulo di grasso, soprattutto a livello addominale, predispone a diabete alimentare, patologie cardiovascolari, cancro e in generale a molte malattie considerate mortali (life-threatening diseases). Negli ultimi anni si sono compiuti molti progressi nella comprensione delle relazioni di causa-effetto tra obesità e patologie concomitanti.
La principale funzione del tessuto adiposo è quella di riserva energetica. Se introduciamo più energia di quella che consumiamo giornalmente tendiamo a conservare l’eccesso calorico sotto forma di trigliceridi a livello della cellula adiposa. Che cosa succede però se i nostri adipociti sono già gonfi di grassi? Ad ogni pasto abbondante l’insulina prodotta tenta di promuovere l’ulteriore accumulo di grasso all’interno delle cellule adipose. Se però queste sono già sature di trigliceridi diventano meno ricettive all’insulina e attraverso la secrezione di adipochine spingono le altre cellule adipose a diventare anch’esse insulino-resistenti. In conclusione quando l’adipocita ha fatto il pieno di grassi, i segnali di arresto di una loro ulteriore deposizione sono proprio le adipochine.
All’insulino-resistenza finisce con l’associarsi un ridotto livello di adiponectina, considerata un’adipochina protettiva, con conseguente ridotto utilizzo dei grassi di riserva come fonte di energia. Si vengono inoltre a formare nuovi adipociti che daranno il via alla deposizione di nuovo tessuto adiposo. A questo punto avremo alti livelli di glicemia e di trigliceridi circolanti, perderemo peso con difficoltà, mentre con grande facilità tenderemo ad ingrassare! Saremo in altri termini in piena “sindrome matabolica”!
Tutti questi fenomeni si vengono ad instaurare principalmente a livello del grasso viscerale (organo adiposo). Tanto più grasso viscerale c’è e maggiore sarà la nostra propensione ad ammalare di diabete e di patologie cardiovascolari. La quantità di grasso viscerale correla direttamente con la circonferenza vita. Fino a qualche tempo fa si riteneva normale una circonferenza vita ≤ 102 cm negli uomini e a 88 cm nella donna (secondo le indicazioni fornite dall’US National Cholesterol Education Programme Adult Treatement Panel III (NCEP-ATP III). Oggi l’International Diabetes Federation (IDF) ha rivisto i valori soglia definendo normale una circonferenza vita ≤ 94 cm per gli uomini e a 80 per le donne!
Come già successo per altri parametri, vedi colesterolo LDL e pressione arteriosa, una volta compresa l’importanza della circonferenza vita sull’insorgenza delle malattie croniche degenerative si è cominciato a giocare al ribasso.
Classificazione dell’obesità e definizione del rischio relativo in base all’Indice di Massa Corporea ed alla circonferenza vita (OMS, 1997).
|
BMI
(Body Mass Index) |
Rischio relativo*/Circonferenza vita | ||
≤102cm (U) ottimale <98cm
≤88cm (D) ottimale <85cm |
>102cm(U)
>88cm (D) |
|||
Sottopeso | <18,5 | |||
Normopeso | 18,5-24,9 | |||
Preobesità | 25-29,9 | Aumentato | Elevato | |
Obesità | 30-34,9 | Grado I | Elevato | Molto elevato |
35-39,9 | Grado II | Molto elevato | Molto elevato | |
>40 | Grado III | Elevatissimo | Elevatissimo |
*rischio relativo di diabete tipo 2, ipertensione, malattia coronarica; U=uomini, D=donne
Nella mia pratica clinica faccio ancora riferimento alla classificazione dell’OMS del 1997. È passata una vita da allora, ma la tabella rende bene l’idea del rischio che si corre se non si cominciano a perdere chili e centimetri soprattutto a livello della vita e dell’addome. Traggo enorme soddisfazione nel seguire i progressi dei miei pazienti attraverso questa tabella. Ne ho visti tanti passare da una condizione di rischio relativo elevatissimo o molto elevato ad una condizione di rischio solo aumentato oppure nullo!
Importante a mio avviso è anche la circonferenza addominale. Nella solita posizione eretta a piedi uniti e braccia pendenti ai lati del tronco ci mettiamo di fianco rispetto alla persona che ci sta aiutando. Il metro va posto nel punto di maggiore estensione anteriore dell’addome alla fine di un’espirazione normale. Spesso, ma non sempre, questo punto corrisponde al piano passante per l’ombelico.
Una volta nota la circonferenza addominale possiamo farne il rapporto con la statura espressa in metri ottenendo così un indice che in condizioni ottimali deve essere inferiore a 0,55.
Rapporto circonferenza addominale/statura valore ottimale < 0,55
Questo indice rappresenta uno dei fattori di maggior rischio di complicanze cardiovascolari e metaboliche dal momento che esprime un eccesso di massa grassa addominale. Per questa ragione non trascuro mai di calcolarlo e di spiegarne l’importanza ai miei pazienti!
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