Che cos’è la permeabilità intestinale? Nel nostro organismo esistono superfici di contatto con l’ambiente esterno (vedi apparato respiratorio, apparato intestinale, apparato genito-urinario) che sono fisiologicamente permeabili. La permeabilità è una caratteristica distintiva dell’intestino il cui compito è quello di assorbire i nutrienti.
Il tratto di intestino dotato di massima permeabilità è rappresentato dal tenue. Le cellule intestinali (che a livello del tenue prendono il nome di enterociti) sono unite tra di loro da un complesso sistema giunzionale: gli esperti parlano di giunzioni serrate o tight junctions. Queste strutture possono “allentarsi” fisiologicamente per consentire un aumento della permeabilità. Come tutti gli organi anche quello gastrointestinale è dotato del suo orologio biologico e segue delle dinamiche che hanno carattere di circadianità (si svolgono regolarmente nell’arco delle 24 ore). Grazie a sofisticati meccanismi l’intestino può modulare il suo grado di permeabilità a seconda dell’ora del giorno. Così ad esempio é fisiologico che proprio in occasione dei pasti principali l’intestino diventi più permeabile.
Permeabilità intestinale alterata
Esiste però anche una permeabilità patologica. In questo caso quello che passa non sono solo i nutrienti ma anche una quota parte dei batteri, dei miceti e dei virus (gut virome) che normalmente abita il lume intestinale.
Fattori determinanti l’instaurarsi di una permeabilità patologica sono le gastroenteriti virali o le gastroenteriti da farmaci (“Quali farmaci vi chiederete voi?”… ne parliamo più giù in questo stesso articolo). Si può comprendere come un fatto infiammatorio che aggredisca la mucosa intestinale sia in grado di alterarne struttura e funzioni seppur temporaneamente. Per fortuna l’integrità della mucosa si ristabilisce nel corso del processo di guarigione poiché le cellule intestinali vanno incontro ad un rapidissimo turn-over.
Anche lo scompenso cardiaco si associa ad un’abnorme permeabilità intestinale per effetto della stasi del sangue venoso di ritorno dal distretto gastroenterico. Parlando in medichese diremo che si viene a determinare una iperpermeabilità da danno ischemico per intasamento del circolo venoso a livello splancnico. Più o meno allo stesso modo agiscono l’insufficienza respiratoria, la cirrosi epatica, l’aterosclerosi con interessamento delle arterie che portano il sangue all’intestino, e il diabete a seguito del danno microvascolare e di quello a carico del sistema nervoso periferico (vasa vasorum et nerva vasorum).
Ma non è finita qui? La celiachia è caratterizzata da iperpermeabilità e assieme a questa anche il morbo di Crohn, la Rettocolite Ulcerosa, la malattia diverticolare e le allergie alimentari.
Farmaci che alterano la permeabilità intestinale
E a proposito di farmaci? Al primo posto ci sono gli inibitori della pompa protonica (impropriamente ribattezzati dall’industria del farmaco “protettori gastrici”). Queste molecole bloccando l’acidità gastrica, compromettendo la digestione in special modo della componente proteica del pasto. L’approdo a livello del primo tratto dell’intestino di proteine solo parzialmente digerite (peptoni) promuove la sovra-crescita dei batteri patogeni. Questi determinano la comparsa di uno stato infiammatorio che si ripercuote sull’integrità strutturale della mucosa intestinale: anche qui si viene a determinare un’iper-permeabilità.
Permeabilità intestinale e deficit digestivi
Su base intuitiva potremmo pensare che chi presenta un’abnorme permeabilità intestinale avrà anche una maggiore capacità di assorbire sia i micro che i macronutrienti… e invece no! Il pensiero che dobbiamo formulare è assolutamente contro-intuitivo. Chi ha una permeabilità patologica assorbe il carico tossico presente nell’intestino (vedi il lipopolisaccaride o LPS della parete dei batteri gram -) ma potrebbe aver perso la capacità di digerire e quindi di assorbire alcuni nutrienti. Questa è quello che si verifica nelle persone che ad un certo punto della loro vita scoprono di essere diventate intolleranti al lattosio. Le lattasi, enzimi in grado di scindere lo zucchero del latte nei due monomeri che lo costituiscono, sono espresse sull’apice del villo. In presenza di uno stato infiammatorio intestinale l’apice del villo è la prima parte che va incontro a sofferenza. Infiammandosi non sarà più in grado di esprimere la giusta quantità di enzimi digestivi.
Permeabilità intestinale e allergia al Nichel
Anche l’allergia al Nichel può avere a che fare con un’alterata permeabilità. La prevalenza di questa condizione è in costante crescita ed obbliga la persona che ne sia affetta ad una rigida dieta di esclusione. Si tratta di una dieta caratterizzata da un numero di alimenti piuttosto ristretto perché il Nichel è ubiquitario e lo ritroviamo praticamente ovunque. La vera soluzione non va ricercata nella rigidissima dieta di esclusione bensì nel recupero di una permeabilità fisiologica.
Permeabilità intestinale e Sistema Immunitario
Esiste un legame stretto tra il microbiota e lo sviluppo del Sistema Immunitario. Prendiamo ad esempio la storia dei topi germ-free. Si tratta di topini che sono stati fatti sviluppare in ambiente completamente sterile, diciamo pure sotto una campana di vetro. Messi a contatto con l’ambiente esterno vengono infettati con facilità e sviluppano delle condizioni patologiche gravissime perché il loro Sistema Immunitario è per così dire ancora vergine. Senza la nostra comunità microbica non potremmo dunque vivere!
Non a caso la Natura ha previsto che il bambino nasca contaminandosi con la flora vaginale materna. Da qui ai successivi 36 mesi si svilupperà quello che gli esperti indicano con l’espressione di native core microbiota. Si tratta dello “zoccolo duro” della nostra flora intestinale, quella parte che tenderà sempre a ricostituirsi nella sua integrità ogni volta che un fatto infettivo o una terapia abbiano portato consistenti variazioni. Me lo immagino, questo native core microbiota, come una specie di pungiball… uno di quei pupazzi che puoi buttare giù con un pugno ben assestato ma che si risollevano in un istante mostrandoti un sorriso a 32 denti. Quindi una delle cose più belle da fare per i nostri bambini è quella di donargli un native core microbiota da manuale!
Parto spontaneo, allattamento la seno, vita all’aria aperta, contatto con gli animali, dieta ad alto apporto in fibre sono le strategie giuste per poter realizzare questo obiettivo!
Native core microbiota: quando le cose non vanno proprio nel verso giusto…
Nel caso in cui la mamma presenti una contaminazione da Streptoccoccus agalactiae in prossimità del parto il protocollo vuole che vengano infusi degli antibiotici durante il travaglio e fino alla nascita del bambino. Il bambino nasce avendo già subito questo primo trattamento antibiotico… ed è doveroso che sia così perché il rischio è quello di una infezione sistemica che può mettere in pericolo la vita del neonato e anche quella della mamma. Il bambino nascerà e sarà un bambino sano… solo che impiegherà un po’ più di tempo per recuperare un microbiota ottimale. Per voler usare una metafora diciamo pure che ha bisogno di mettersi a paro con i suoi coetanei più fortunati. Rimane ad ogni modo l’evidenza scientifica di una maggiore incidenza di malattie allergiche ed autoimmuni in chi ha assunto tanti antibiotici nella prima infanzia o in chi è nato da un parto cesareo.
La nostra capacità di adattamento dipende dal microbiota
Ereditiamo da ciascun genitore metà del patrimonio genetico ma il grosso dell’informazione è quella proveniente dai microrganismi che abitano in noi. Il patrimonio genetico della flora commensale conta più di 3 milioni di geni (una quantità cento volte maggiore a quella del nostro DNA). Si tratta di geni in grado di modificarsi alla velocità della luce. I batteri si riproducono a ritmo esponenziale risentendo enormemente delle condizioni ambientali. Così per esempio se ad un certo punto della nostra vita decidiamo di andare a vivere ai tropici… la nostra capacità di adattarci al nuovo ambiente non potrà essere considerata esclusivamente come una caratteristica innata dovuta alla nostra genetica ma anche come una caratteristica variabile legata alla nostra componente microbica.
Permeabilità intestinale e problemi neurologici
Si ipotizza che i disordini dello spettro autistico e la sindrome PANDAS possano avere a che fare, tra le altre cose, anche con un’alterata permeabilità intestinale. La sindrome PANDAS è una condizione che si sviluppa dopo faringiti da streptococchi del gruppo A. Il nome è un acronimo che sta per Pediatric Autoimmune Neuropsychiatric Disorder associated with A Streptococci. Dal punto di vista clinico si caratterizza per la presenza di disturbi ossessivo-compulsivi e di tic nei movimenti e nel linguaggio. Possono inoltre essere presenti deficit di attenzione e iperattività, sbalzi di umore, disturbi del sonno, incontinenza fecale notturna e alterazioni della frequenza urinaria di giorno, alterazioni dei movimenti e ansia da separazione.
Si ipotizza che gli anticorpi contro lo streptococco possano avere una cross-mimicry con alcune strutture a livello del distretto cerebrale. Il fenomeno della cross-mimicry va spiegato ed il modo più semplice che trovo per farlo è quello del cavallo di Troia. Conoscete la storia? Si tratta di una macchina da guerra che, secondo la leggenda, fu usata dai greci per espugnare la città di Troia.
Il particolare virus o il particolare batterio si sono adattati a vivere all’interno dell’organismo umano trovando il modo di difendersi dal nostro Sistema Immunitario. La selezione ha fatto in modo che questi microrganismi si camuffassero da piastrine o da altri elementi corpuscolati, oppure da cellule pancreatiche o di altri tessuti o organi… proprio come hanno fatto i greci che per entrare all’interno della città di Troia si sono nascosti all’interno del cavallo. Questo può significare anche che, in individui geneticamente predisposti, gli anticorpi prodotti contro il virus che esprime gli stessi antigeni di una piastrina possano ad un certo punto aggredire le piastrine stesse… causando una grave piastrinopenia su base autoimmune.
Quella della alterata permeabilità intestinale e del fenomeno della cross-mimicry è la spiegazione che sappiamo dare di fronte alla crescente prevalenza delle malattie autoimmuni e di quelle a carico del sistema nervoso centrale.
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