Avete sicuramente sentito parlare di Dieta SIRT? È tra le diete più citate del momento. Adele, popstar di fama mondiale, è vistosamente dimagrita adottando questo modello alimentare. L’idea geniale dei due ideatori, Aidan Goggins e Glenn Matten, è stata quella di sfruttare l’evidenza scientifica sulle sirtuine e di avviare un buon piano di marketing dietologico. Ad oggi i due nutrizionisti non hanno ancora prodotto alcun lavoro scientifico a dimostrazione dell’efficacia della loro dieta: famosi sul web e sconosciuti alla comunità scientifica.

Sulla nostra Dieta Mediterranea, invece, si è già scritto molto. Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità a partire dal 2010, la Dieta Mediterranea è in grado di promuovere il rilascio di sirtuine e di modulare l’espressione genica in modo da favorire la magrezza. Se solo fossimo capaci di recuperare l’estrema ricchezza di alimenti che la Dieta Mediterranea propone potremmo risolvere buona parte dei problemi di salute che ci affliggono.

È da tempo noto che la dieta gioca un ruolo centrale nel mantenimento dello stato di salute in tutto il corso della nostra vita. La tipica Western Diet (Dieta Occidentale) si discosta dall’alimentazione salutare per il suo eccesso in grassi saturi e in zuccheri semplici e per la carenza in fibre alimentari, vitamine e metaboliti secondari ad azione antiossidante. Sarà un caso se da quando abbiamo abbandonato la tipica Dieta Mediterranea stiamo assistendo ad uno spaventoso incremento di obesità, diabete, malattie cardiovascolari e tumori? Leggete un po’ cosa scriveva Ancel Keys, ideatore del The Seven Countries Study.

Esaminando i risultati delle molte indagini condotte sulla popolazione dell’isola di Creta, ho notato che i centenari sono particolarmente frequenti tra i contadini, la cui colazione è spesso costituita soltanto da un bicchiere d’olio d’oliva.

Difficilmente riuscirei a bere un bicchiere d’olio come facevano i contadini dell’isola di Creta. A colazione l’olio lo mangio sul pane. Non c’è merendina che tenga il confronto!

Qualità del cibo e quantità

La ricerca scientifica sembra dimostrare che non è solo questione di qualità del cibo che mangiamo. In tema di salute contano anche le quantità. Potremmo selezionare gli alimenti più sani al mondo… ma se li mangiamo in eccesso rischiamo comunque di ammalarci. Al contrario una riduzione dell’introito calorico tale da non comportare malnutrizione (deve essere garantito il pieno soddisfacimento dei fabbisogni giornalieri in minerali e in vitamine) si associa ad un prolungamento della durata di vita (life-span). Gli esperti parlano anche di health-span. Cosa si intende con questo termine? L’health-span è il tempo in cui un organismo sta in salute. Lo stare in salute comporta l’abilità del nostro corpo di mantenersi in omeostasi o di tornare ad una condizione omeostatica in risposta ai cambiamenti, intesi come perturbazioni interne o esterne all’organismo.

L’augurio più bello che mi viene in mente di fare? Una life-span lunga che corrisponda in pieno alla health-span. Non è questione di fortuna… A parte una genetica favorente, la responsabilità più grande ce l’hanno le nostre abitudini, il nostro stile di vita, le nostre scelte alimentari e il nostro atteggiamento mentale. Qual è la buona notizia? A mio modo di vedere le buone notizie sono almeno due… se lo stile di vita, l’alimentazione e l’atteggiamento mentale sono quelli sbagliati possiamo pensare di modificarli. La seconda buona notizia è che la modificazione di questi fattori dipende solo da noi e da nessun altro.

È stato dimostrato che la restrizione calorica, unitamente ad altri fattori nutrizionali, può prevenire tutte le patologie cronico-degenerative quali aterosclerosi, malattie cardiovascolari, diabete mellito di tipo 2 e cancro.  La tipica Dieta Mediterranea, oltre ad essere parca, è ricca di sostanze ad azione antiossidante e tra queste vanno citati i polifenoli (il valore salutare dell’olio extravergine di oliva va in gran parte attribuito alla presenza di metaboliti secondari più che alla sua composizione in acidi grassi). La ricerca scientifica dimostra che i polifenoli della dieta producono un effetto similare alla restrizione calorica in termini di prevenzione delle malattie cronico-degenerative. Si dice allora che agiscono come mimetici della restrizione calorica (Calorie Restriction Mimetics). In che modo? Attraverso l’attivazione delle sirtuine. Si tratta di deacetilasi NAD(+)-dipendenti.  A questo punto è d’obbligo spiegare che cos’è una deacetilasi. Sappiamo tutti che il DNA è come una libreria piena di geni (23.000 per la nostra specie) ognuno dei quali porta scritto come devono essere costruite le proteine a funzione strutturale o enzimatica. Non tutti i geni sono attivi allo stesso tempo. Così, ad esempio, certe cellule hanno bisogno di esprimere alcuni geni e non altri. L’intero organismo, in relazione alle condizioni ambientali, può avere la necessità di fabbricare alcune specifiche proteine facendo a meno di produrre quelle inutili. Per questa ragione esiste un fenomeno noto come silenziamento genico. Come una maestra severa al punto giusto e che riesce a far star zitti tutti i bambini di una classe mentre uno solo di loro viene interrogato, così Madre Natura ha messo a punto un sistema per far sì che possano venire prodotte solo le proteine di cui c’è bisogno. Uno dei fenomeni alla base del controllo dell’espressione genica è quello che passa per l’acetilazione e la deacetilazione.

L’acetilazione fa sì che il DNA assuma una forma meno condensata e attiva ai fini della trascrizione proteica.  Al contrario, la deacetilazione impacchetta il DNA che, così condensato, risulta inattivo. Le sirtuine  agiscono come deacetilasi, sono attivate da diverse molecole presenti nel cibo che mangiamo e che potrebbero trovare un ruolo nel silenziamento genico. Badate bene, è anche attraverso questa via che riusciamo a silenziare i geni responsabili della comparsa dei tumori.

La dieta asiatica e quella mediterranea sono caratterizzate entrambe dall’abbondanza di metaboliti secondari in grado di attivare le sirtuine. Sarà un caso se negli areali di pertinenza di questi due modelli alimentari la percentuale dei centenari è la più alta al mondo? I cibi ricchi di questi composti vengono oramai indicati come sirtfoods. Eccone alcuni esempi:

  • cavolo;
  • rucola;
  • radicchio rosso;
  • fragole;
  • mirtilli;
  • agrumi;
  • noci;
  • the verde;
  • cipolla rossa;
  • capperi;
  • peperoncino;
  • curcuma;
  • prezzemolo.

Il gene magro e le sirtuine

Esiste davvero un gene magro la cui azione è stimolata dalle sirtuine? La verità è che la magrezza da una parte, il sovrappeso e l’obesità dall’altra non sono legate ad un singolo gene ma ad una moltitudine di fattori e, pertanto, ad un’ampia varietà di geni. Si dice dunque che l’obesità così come le malattie ad essa legate sono condizioni polifattoriali. La dieta, con la sua complessità, è il più grande fattore tra quelli in grado di determinare il nostro stato di salute.

Le sirtuine, opportunamente attivate, riescono a favorire il mantenimento di un peso ottimale poichè promuovono:

  • la sensibilità all’insulina;
  • la formazione di nuovi mitocondri (biogenesi mitocondriale) e la glicolisi anaerobica;
  •  l’attività dell’AMPK (Adenosine Monophosphate activeted Protein Kinase)

solo per citare alcuni aspetti.

La chinasi attivata da AMP (AMPK) è una proteina che ha il compito di monitorare lo stato energetico della cellula. AMPK è attivata quando la concentrazione di ATP diminuisce per aumentato consumo nelle reazioni di biosintesi e parallelamente aumenta quella di AMP. Proprio l’AMP infatti attiva mediante un meccanismo allosterico la proteina AMPK. Coerentemente con quello che è il trigger che porta alla sua attivazione, AMPK attiva a sua volta i pathway metabolici capaci di generare energia (catabolismo degli acidi grassi e degli zuccheri) e blocca quelli che richiedono un consumo di energia (lipogenesi, sintesi proteica, gluconeogenesi, sintesi dei nucleotidi).

Dieta Mediterranea, sirtuine e invecchiamento di successo

Quello dell’invecchiamento è senza dubbio un tema sensibile. Chi è che in piena sincerità può dire di accettare l’invecchiamento con l’dea di morte che questo si porta appresso? Ora, dal momento che dobbiamo invecchiare, la nostra più grande ambizione sarà quella di farlo bene. I gerontologi parlano a tal proposito di invecchiamento di successo. Ma quando si inizia a parlare di vecchiaia?

Da molti anni si sta cercando di stabilire dei parametri che permettano di individuarne l’esordio dell’età senile visto che l’invecchiamento è un processo che inizia sin dalla nascita.  L’Istat fissa tre tipi di criteri, quello economico (indicato dall’età pensionabile, che in genere ha inizio dopo i 65 anni); quello biologico (secondo cui la vecchiaia inizia quando l’individuo inizia a soffrire di qualche tipo di disabilità psicofisica, nella maggior parte dei casi tra i 70 e i 75 anni) o quello demografico.

Vi sarà capitato anche di sentire parlare di età anagrafica versus età biologica. L’età biologica si riferisce al personale patrimonio genetico di ciascun individuo, alla qualità e allo stato del suo organismo e viene valutata in base a valori standard di riferimento. Dipende anche dalle influenze ambientali esterne; si avvicina all’età cronologica ma non sempre si identifica con essa.

È interessante sapere che le sirtuine non hanno a che fare solo con il nostro peso corporeo ma riescono ad ostacolare anche i processi di invecchiamento. Abbiamo detto che le sirtuine sono delle deacetilasi NAD(+)-dipendenti. NAD è l’acronimo per Nicotinamide Adenine Dinucleotide. Si tratta di un enzima in grado di catalizzare diverse reazioni di ossido-riduzione. NAD(+) gioca un ruolo importante nella regolazione dell’attività delle sirtuine e, assieme, NAD(+) e sirtuine regolano il metabolismo ed il ritmo circadiano. Purtroppo i livelli di NAD(+) tendono a declinare con l’età. Potremmo arrivare a dire che la riduzione nella concentrazione di NAD(+) rappresenta il tallone di Achille del processo di aging, comporta una ridotta attività mitocondriale e favorisce l’insorgenza di molte malattie correlate all’età. Il ricorso all’integrazione con intermedi del NAD(+) e l’attivazione delle sirtuine attraverso una dieta ricca in sirt-foods potrebbero rappresentare delle valide strategie anti-aging.

Conclusioni

Non siamo alla ricerca della fonte dell’eterna giovinezza.  L’invecchiamento è inevitabile ma possiamo fare in modo di invecchiare bene… Invecchiare bene è una questione di cuore, di testa e di… alimentazione.

“Io avanzo verso l’inverno a forza di primavere” scriveva il principe Charles De Ligne. Questo è il segreto di una vecchiaia felice.
(Etienne de Blois)

 

 

 

 

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