Discorso sulla vitamina C: dalla sintesi del collagene alle proprietà antivirali (Parte 1)

Ma è vero oppure no che la vitamina C è in grado di proteggerci dalle infezioni virali? Si tratta di una questione a lungo tempo dibattuta e per la quale non si è mai raggiunta una posizione universalmente condivisa. Se fin qui non è stato possibile fare chiarezza sulle proprietà antivirali della vitamina C è alquanto improbabile che ci si riesca in piena pandemia da COVID-19. Ma vediamo di raccogliere le informazioni di cui disponiamo perché la conoscenza è il presupposto fondamentale per una scelta libera da condizionamenti.

Prima di entrare nel vivo del discorso volevo fare una piccola digressione. Gli antichi clinici di fronte ai casi disperati utilizzavano l’espressione latina ut aliquid fieri ideatur, che  potremmo tradurre con *acciocché appaia che qualcosa si stia facendo*. Ora di fronte alla Natura matrigna di leopardiana memoria, di fronte a questo nemico invisibile bisogna pur fare qualcosa.

Io soglio prendere non piccola ammirazione considerando che tu ci abbi infuso tanta e sì ferma e insaziabile avidità del piacere; disgiunta dal quale la nostra vita, come priva di ciò che ella desidera naturalmente, è cosa imperfetta: e da altra parte abbi ordinato che l’uso di esso piacere sia quasi di tutte le cose umane la più nociva alle forze e alla sanità del corpo, la più calamitosa negli effetti in quanto a ciascheduna persona, e la più contraria alla durabilità della stessa vita. Ma in qualunque modo, astenendomi quasi sempre e totalmente da ogni diletto, io non ho potuto fare di non incorrere in molte e diverse malattie: delle quali alcune mi hanno posto in pericolo della morte.

Leopardi – Dialogo della Natura e di un Islandese

Il distanziamento sociale è la misura più valida ai fini del contenimento della diffusione del virus. Poi succede però che tra coloro che entrano in contatto con il SARS-CoV-2 alcuni si ammalano ed altri no. La Natura ed il virus che essa ha generato saranno pure matrigna e patrigno ma come disse Pasteur *il microbo è nulla, il terreno è tutto*.

La vitamina C e lo scorbuto

La vitamina C è anche nota come acido ascorbico. Il nome acido ascorbico deriva dall’effetto preventivo e terapeutico che questa vitamina ha nei confronti dello scorbuto. Malattia carenziale, lo scorbuto ha fatto le sue vittime fino al XVIII secolo. Tra i più colpiti  c’erano i marinai impegnati nei lunghi viaggi transoceanici e la cui dieta era basata sul consumo prevalente di gallette e di carne salata. Frutta e verdura erano praticamente assenti. Oggi noi sappiamo che la vitamina C assolve a molteplici funzioni e che tra le altre cose è fondamentale ai fini della maturazione del collagene (poiché partecipa attivamente all’idrossilazione della lisina e della prolina). Sul piano clinico lo scorbuto è caratterizzato da emorragie diffuse: ecchimosi e petecchie; epistassi (perdita di sangue dal naso) ed ematuria (presenza di sangue nelle urine); fenomeni emorragici a livello dei muscoli, a livello sottoperiosteo, nelle congiuntive, nelle cavità articolari e nelle cavità sierose. Le gengive divengono dapprima iperemiche, dolenti e tumefatte, poi francamente emorragiche. Con un sistema connettivale ridotto ai minimi termini i denti perdono il loro ancoraggio alla cavità alveolare. Finiscono con il traballare non solo nell’atto del masticare ma persino quando si ingoia un po’ di saliva. Il loro destino, inesorabile, è quello di cadere.

La morte sopraggiunge a causa delle complicanze a livello cardiovascolare.

Fu James Lind (membro della Royal Navy dal 1739 al 1748, medico al Royal Naval Hospital di Haslar dal 1758 al 1783 e studioso di igiene navale e medicina preventiva nel Regno Unito) a  promuovere il consumo di agrumi e vegetali freschi per prevenire e guarire lo scorbuto.  E lo fece a seguito di un esperimento ben progettato, esempio primigenio degli studi randomizzati controllati con placebo. Così scrive James Lind nel suo *Treatise of the scurvy*:

On the 20th May, 1747, I took twelve patients in the scurvy on board the Salisbury at sea. Their cases were as similar as I could have them. They all in general had putrid gums, the spots and lassitude, with weakness of their knees. They lay together in one place, being a proper apartment for the sick in the fore-hold; and had one diet in common to all, viz., water gruel sweetened with sugar in the morning; fresh mutton broth often times for dinner; at other times puddings, boiled biscuit with sugar etc.; and for supper barley, raisins, rice and currants, sago and wine, or the like. Two of these were ordered each a quart of cyder a day. Two others took twenty five gutts of elixir vitriol three times a day upon an empty stomach, using a gargle strongly acidulated with it for their mouths. Two others took two spoonfuls of vinegar three times a day upon an empty stomach, having their gruels and their other food well acidulated with it, as also the gargle for the mouth. Two of the worst patients, with the tendons in the ham rigid (a symptom none the rest had) were put under a course of sea water. Of this they drank half a pint every day and sometimes more or less as it operated by way of gentle physic. Two others had each two oranges and one lemon given them every day. These they eat with greediness at different times upon an empty stomach. They continued but six days under this course, having consumed the quantity that could be spared. The two remaining patients took the bigness of a nutmeg three times a day of an electuray recommended by an hospital surgeon made of garlic, mustard seed, rad. raphan., balsam of Peru and gum myrrh, using for common drink narley water well acidulated with tamarinds, by a decoction of wich, with the addition of cremor tartar, they were gently purged three or four times during the course.

Cosa fece in sostanza Lind? Selezionò 12 uomini affetti da scorbuto e li divise in sei coppie. A tutti prescrisse una dieta che aveva una base comune aggiungendo però un alimento particolare per ciascuna coppia. Quali erano questi alimenti? Sidro, un elisir a base di vetriolo, aceto, acqua di mare, una mistura a base di aglio, rafano, semi di senape, balsamo del Perù e mirra e infine e per fortuna due arance ed un limone. Ma ci pensate a questi marinai già sofferenti a causa di una malattia che non risparmia neanche un angolo del corpo e che per giunta dovevano bere misture nauseabonde oppure acqua di mare? Che poi a dirla tutta non si trattava mica di una scoperta epocale. I benefici degli agrumi erano già noti da secoli. Però va detto che sulla base del suo esperimento Lind poté dichiarare definitivamente la supremazia di arance e limoni nell’elenco di possibili rimedi contro lo scorbuto.

Per quanto oggi non si assista più a forme di scorbuto così gravi come quelle dei marinai di Lind, esiste un rischio di carenza marginale. Le categorie più colpite sono quelle dei fumatori, i soggetti con obesità centrale e i diabetici, i bambini e gli anziani che non consumano una quantità adeguata di frutta e verdura (5 porzioni al giorno). Tra le  manifestazioni cliniche della carenza marginale potremmo citare il sanguinamento gengivale e l’arrossamento della sclera oculare (la parte bianca dell’occhio).

Le altre funzioni della vitamina C

La vitamina C è prima di tutto un potente antiossidante. Il suo potere riducente è legato alla capacità di ossidarsi in due tappe successive cedendo ogni volta un elettrone e trasformandosi dapprima in radicale ascorbile e poi in acido deidroascorbico. Cedendo elettroni la vitamina C è in grado di neutralizzare il radicale superossido ed il perossido di idrogeno a loro volta capaci di generare radicali idrossilici. I radicali idrossilici possono danneggiare la membrana plasmatica (perossidazione lipidica) ed il DNA (effetto mutageno). Essendo idrosolubile, la vitamina C fa parte del pool di antiossidanti della fase liquida. La ritroviamo attiva a livello della matrice extracellulare, nei fluidi corporei e all’interno della cellula (citosol). Però non bisogna trascurare di dire che la vitamina C, per la sua stessa azione antiossidante, ha un effetto di risparmio della vitamina E. La vitamina E, essendo liposolubile, ha la capacità di proteggere le membrane plasmatiche essendo queste di natura lipidica. Ora i derivati ossidati del tocoferolo, che si formano tra la vitamina E ed i radicali perossidici degli acidi grassi, non sono più utilizzabili per l’ulteriore protezione delle membrane. Ci pensa allora la vitamina C che converte i radicali del tocoferolo nella forma originaria pagando il prezzo di doversi declassare ad acido deidroascorbico.

Ma volendo far le cose per bene, evitando di disperdermi in mille parole, riporto qui di seguito una per una le funzioni della vitamina C:

  1. azione di scavenger nei confronti dei radicali liberi;
  2. maturazione del collagene;
  3. inibizione della conversione dei sali biliari in sali biliari secondari (considerati cancerogeni) ad opera dei batteri anaerobi intestinali;
  4. inibizione della formazione delle nitrosamine a partire da nitriti ed amine;
  5. maggiore assorbimento intestinale del ferro non-eme per conversione del ferro ferrico a ferro ferroso (forma solubile e biodisponibile);
  6. sintesi dell’ossido nitrico, gas modulatore in grado di indurre vasodilatazione contrastando l’ipertensione arteriosa.

La vitamina C e le nitrosamine

Le nitrosamine possono essere presenti negli alimenti come contaminanti ma si possono formare anche nell’apparato digerente a partire da nitriti e amine. I nitriti, a loro volta, possono essere presenti come tali negli alimenti o derivare dalla riduzione, ad opera dei batteri intestinali, dei nitrati. Nitriti e nitrati sono presenti soprattutto negli alimenti conservati (soprattutto negli insaccati) con lo scopo di inibire lo sviluppo dei clostridi. Nei fumatori la formazione di nitrosamine è favorita dai tiocianati presenti nella saliva. Il pH gastrico inibisce la formazione di nitrosamine. Nei pazienti con gastrite atrofica o in terapia con antiacidi, in ragione del più basso pH gastrico, questo effetto inibitorio viene meno. Aumenta così il rischio di sviluppare un carcinoma gastrico a seguito dell’ingestione abituale di cibi conservati.

La cosa interessante è che la vitamina C compete con i nitriti ed impedisce la formazione di nistrosamine.

Nella seconda parte di questo articolo parleremo di stile di vita ancestrale e collisione di evolutiva, di assorbimento della vitamina C, della sua presunta azione sul Sistema Immunitario (faremo riferimento a quanto dice l’evidenza scientifica) e poi trarremo le nostre conclusioni.

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