Ci capita di assumerli perché ci vengono prescritti dal medico curante. Spesso li assumiamo per autoprescrizione. Tutti dicono che fanno bene, che hanno un forte impatto sulla nostra salute, che sono capaci di migliorare la funzionalità gastro-intestinale, di  potenziare le nostre difese immunitarie.

Sono i probiotici. In accordo con le linee guida del Ministero della Salute, i probiotici vengono definiti come *microrganismi vivi e vitali che conferiscono benefici alla salute dell’ospite quando consumati, in adeguate quantità, come parte di un alimento o di un integratore*.

Cosa significa l’espressione *vivi e vitali*? Non si tratta di un’inutile ripetizione. Si definiscono vivi perché tali devono essere all’interno del prodotto che si sta assumendo (la capsula, la bustina) e vitali perché devono essere in grado di restare vivi e di proliferare anche dopo l’assunzione e l’ingestione da parte del consumatore.

Solo se vivi e vitali i microrganismi possono determinare vantaggi per il consumatore, magari a seguito della colonizzazione a livello dell’intestino (l’effetto benefico in questo caso potrebbe essere persistente).

Quello che tutti sanno, perchè così si dice, è che i probiotici rafforzano il Sistema Immunitario. Così proprio in questi giorni, in piena pandemia da COVID-19, mi arrivano le richieste dei pazienti. La domanda ricorrente è: quale probiotico devo assumere per aumentare le mie difese contro il nuovo Coronavirus?

Non è poi un ragionamento sbagliato.

Se dovessi elencare i benefici legati all’assunzione di probiotici la lista sarebbe piuttosto lunga. L’evidenza scientifica ci dice che i probiotici

  • favoriscono l’equilibrio della flora batterica intestinale (regolando di conseguenza il transito intestinale);
  • supportano il Sistema Immunitario (nella lotta alle patologie infettive, batteriche e virali);
  • stimolano l’apparato linfoide associato alla mucosa (Gut Asociated Linfoid Tissue, GALT) e, di conseguenza, promuovono  i meccanismi di difesa locali e sistemici;
  • aumentano l’efficacia di alcuni trattamenti vaccinali (contro l’influenza ad esempio);
  • regolano i livelli di colesterolo nel sangue agendo a livello intestinale;
  • migliorano la sintomatologia delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI, Rettocolite Ulcerosa e Morbo di Crohn) e delle patologie che colpiscono lo stomaco favorendo quindi la digestione e l’assorbimento;
  • riducono il rischio di intolleranze e/o allergie;
  • hanno un’azione detossificante.

Che legame c’è tra un probiotico attivo a livello intestinale e un virus influenzale che colpisce l’apparato respiratorio? I probiotici modulano la risposta immunitaria e infiammatoria interagendo principalmente con le cellule epiteliali, le cellule dendritiche e i follicoli linfoidi (placche di Peyer) presenti a livello dell’intestino. Gli effetti di questa modulazione non sono però limitati alla sola mucosa locale ma si estendono anche a mucose distanti, come quella orale o quella delle vie aeree superiori.

Le mucose rappresentano la barriera tra il mondo esterno e l’interno del nostro organismo e sono spesso esposte all’azione di agenti patogeni (virus, batteri). Per questo motivo le mucose hanno bisogno di una protezione specifica da parte del Sistema Immunitario. Questa protezione specifica si fonda sul MALT ovvero sul Tessuto Linfoide Associato alle Mucose.

Il MALT è formato:

  1. dai follicoli linfatici aggregati (tonsille, anello del Waldeier, placche del Pejer);
  2. dai follicoli linfatici della lamina propria dei villi intestinali;
  3. dal tessuto linfatico diffuso (monociti, i linfociti B e T, plasmacellule;

… e prende un nome diverso a seconda del distretto:

  1. il NALT è quello delle mucose nasali;
  2. il BALT è quello delle mucose bronco-polmonari;
  3. il GALT è quello delle mucose dell’apparato gastro-intestinale;
  4. l’URALT è quello delle mucose urogenitali.

Ora la considerazione che vale la pena fare è che il  MALT, dal punto di vista clinico, si comporta come un organo tanto che una flogosi a livello del GALT può ripercuotersi sul NALT o sul BALT.

Se abbiamo la sfortuna di incontrare un agente patogeno particolarmente virulento mentre il nostro sistema linfoide è impegnato a gestire l’infiammazione che deriva da un intestino disbiotico, le nostre possibilità di ammalarci sono di certo più alte.

In questi giorni insisto sull’importanza di adottare in maniera diligente le misure volte al contenimento del contagio.  Esiste un’etica al tempo del Coronavirus che impone una serie di comportamenti il cui scopo è quello di difendere sé stessi e l’intera collettività. Tra le regole suggerite dal Ministero della Salute vi sono quelle di lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con gel a base alcolica, di evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, di coprirsi bocca e naso con fazzoletti monouso quando si starnutisce o si tossisce. È doveroso adottare questi comportamenti mentre magari si cerca di potenziare le proprie difese immunitarie, soprattutto se non si hanno più vent’anni.

E allora ben vengano i probiotici. E ben venga la tipica Dieta Mediterranea, la più adatta al proliferare della flora batterica buona… perchè assumere i probiotici mentre si continua a mangiare male (secondo il modello della Western Diet) non ha alcun senso.

 

 

 

 

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