Rosmarino e potere antiossidante

Il rosmarino (Salvia rosmarinus, Rosmarinus officinalis Linn) è una pianta aromatica originaria dei paesi dell’area mediterranea. Questa spezia è nota per la sua abbondanza in composti fitochimici dalle spiccate proprietà anti-ossidanti e anti-infiammatorie. Negli ultimi anni il rosmarino viene studiato per la sua azione anti-neoplastica, epato-protettrice e per il potenziale ruolo terapeutico nel trattamento delle patologie neurodegenerative (demenze senili, Alzheimer). Cerchiamo di conoscere meglio questo meraviglioso ingrediente della nostra tradizione culinaria.

Il rosamrino, non una semplice spezia

Il rosmarino viene usato soprattutto nella preparazione di piatti a base di carne e pesce. I principi attivi tipici del rosmarino sono presenti nell’olio essenziale che trova applicazione in cosmesi e in ambito farmacologico. L’olio volatile contiene canfora, borneolo, pinene, cineolo, saponine, colina. In virtù di questa sua composizione il rosmarino ha proprietà di antisettico, antispasmodico, colagogo, diuretico, stimolante, tonico, rilassante, digestivo, balsamico.
Il carnosolo è uno dei principi attivi. Si tratta di una molecola che ha una struttura chimica molto simile a quella della curcumina!
Alcuni studi dimostrano l’efficacia del carnosolo nell’agire come adiuvante nelle tradizionali terapie anticancro. Il meccanismo d’azione è quello della riattivazione della proteina p53. Nota anche come “guardiano cellulare” la proteina p53 blocca la proliferazione di quelle cellule che hanno subito mutazioni a livello del DNA e che possono rappresentare il capostipite di un clone neoplastico. Queste cellule hanno il vantaggio di riprodursi in maniera accelerata rispetto alle cellule sane, ma lo fanno solo se non intervengono i meccanismi di controllo come quello regolato dalla p53. Non è un caso, infatti, se la p53 risulta inattiva nel 50% dei tumori umani.

Le proprietà terapeutiche dell’estratto di rosmarino (Rosemary extract o RE)

L’uso come additivo alimentare dell’estratto di rosmarino (RE) è stato autorizzato dall’EFSA (European Food Safety Authority). La sua azione è quella di contrastare l’ossidazione e la contaminazione microbica.

L’RE  è in grado di inibire la crescita dei microrganismi potenzialmente patogeni quali:

  • Candida albicans
  • Staphylococcus aures
  • Enterococcus faecalis
  • Streptococcus mutans
  • Pseudomonas aeruginosa

In virtù del potere antiossidante e antimicrobico, l’RE è un ottimo additivo alimentare finalizzato alla conservazione degli alimenti. Il consiglio è quello di farne un discreto uso nella preparazione dei nostri piatti. Ne gioveranno senza dubbio il gusto e la nostra sicurezza alimentare.

Rosmarino, effetti sulla salute umana

L’evidenza scientifica dimostra che l’RE può migliorare la salute gastrointestinale. In particolare è stato studiato l’effetto dell’RE nel trattamento della sindrome dell’intestino irritabile (Inflammatory bowel disease o IBD). Si è potuto verificare che la somministrazione di RE nei topini in cui era stata indotta una sindrome dell’intestino irritabile (modelli murini) portava ad una netta riduzione di tutti gli indici infiammatori (TNF-α, IL-1, IL-6). Si può ipotizzare che questo effetto sia in parte la conseguenza della ridotta proliferazione dei batteri gram-negativi e di conseguenza dei livelli di lipopolisaccaride (LPS) da essi derivato.

Ricordiamo, infatti, che l’LPS è uno dei componenti della parete cellulare dei batteri gram-negativi. Questa grande molecola, formata da una porzione lipidica e una polisaccaridica, è in grado di suscitare forti risposte immunitarie nell’organismo ospite. Quando l’LPS arriva nel sangue gli esperti parlano di endotossiemia. L’endotossiemia è uno dei fattori causali dell’infiammazione cronica di basso grado o Low-grade chronic inflammation (LGCI). l’LGCI può a sua volta favorire l’insorgenza delle patologie cronico-degenerative (vedi insulino-resistenza, diabete, malattie cardio-vascolari, malattie neuro-degenerative).

L’RE è in grado oltre a ciò di modulare l’espressione genica riducendo la trascrizione dell’Nf-κB. Sarebbe proprio quest’ultimo a stimolare le cellule a produrre le citochine pro-infiammatorie (TNF-α, IL-1, IL-6).

Estratto di rosmarino e depressione

L’RE sembra essere efficace anche nel trattamento degli stati depressivi. Così dimostrano alcuni studi condotti su modelli murini (chronic restraint stress mice o CRS). Stante la forte correlazione tra la composizione del consorzio microbico e il tono dell’umore depresso (asse intestino-cervello o gut-brain axis) si ipotizza che l’effetto benefico dell’RE possa in parte essere ricondotto alla sua azione sul microbiota intestinale. Gli studi hanno dimostrato che l’RE promuove la crescita di Lactobacillus e Firmicutes e riduce quella dei Bacteroidetes e dei Proteobacteria presenti nei campioni fecali.

Mentre nell’intestino avvengono questi cambiamenti, nell’ippocampo si riduce l’espressione di proteine associate allo stato infiammatorio (IL-1β, TNF-α, p-NF-κ B p65 e Iba1). Aumenta invece il rilascio di BDNF. 

Il Brain-Derived Neurotrophic Factor (che mi richiama sempre alla mente Rita Levi Montalcini) agisce su determinati neuroni del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso periferico, contribuendo a sostenere la sopravvivenza dei neuroni già esistenti, e favorendo la crescita e la differenziazione di nuovi neuroni. Questo meccanismo rigenerativo porta ad un rafforzamento del circuito della memoria. Non è cosa da poco se si pensa che tono dell’umore depresso e disturbi della memoria spesso coesistono e possono allertare chi li sperimenta perché vengono percepiti come gli stadi iniziali di un processo neurodegenerativo. 

Conclusioni

Tra le mille cose che possiamo fare per stare bene, al primo posto metto sempre la dieta, lo stile di vita che deve includere l’esercizio fisico e i pensieri dominanti. Così immagino che ci si possa svegliare al mattino dopo un buon sonno ristoratore, sentendosi grati di quello che si ha. Si può fare in modo che il primo pensiero non debba essere il punto 1 della “to do list”… ma un pensiero gentile rivolto a noi stessi. La mia forma di meditazione, fucina di pensieri gentili, è la corsa ma magari tra di voi c’è chi preferisce meditare su un tappetino da yoga oppure restando al letto (attenzione che poi si rischia di riaddormentarsi).

Mangiare non significa solo coprire il proprio fabbisogno calorico giornaliero. Mangiare è nutrire mente e corpo. Un piatto può equivalere all’altro in termini di calorie ma non per l’effetto sistemico che ha sul nostro organismo.

Il rosmarino mi ricorda l’orto dei miei nonni, le cose buone della mia infanzia… e ora che studio gli alimenti ogni volta che lo uso so che sto facendo qualcosa di buono per la mia salute.

Riferimenti bibliografici

  • Veenstra JP, Johnson JJ. Rosemary (Salvia rosmarinus): Health-promoting benefits and food preservative properties. Int J Nutr. 2021;6(4):1-10. Epub 2021 Jun 24. PMID: 34651071; PMCID: PMC8513767.
  • Guo Y, Xie J, Li X, Yuan Y, Zhang L, Hu W, Luo H, Yu H, Zhang R. Antidepressant Effects of Rosemary Extracts Associate With Anti-inflammatory Effect and Rebalance of Gut Microbiota. Front Pharmacol. 2018 Oct 2;9:1126. doi: 10.3389/fphar.2018.01126. PMID: 30364169; PMCID: PMC6192164.

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